Storia del cappello più romantico e rivoluzionario di sempre: il basco

Date

Il cappello simbolo di Parigi e fra i più amati dalle fashioniste di tutto il mondo, in realtà il basco cela una storia variegata e complessa e ha assunto vari significati fino a diventare un must dei nostri guardaroba in qualunque stagione! Di certo si tratta di un cappello perfetto per una donna dal carattere forte, dallo stile romantico ma allo stesso tempo ribelle e che, grazie alla sua versatilità, può essere abbinato a outfit e stili diversi in base all’occasione…

Forma, materiale e fogge dalle origini ad oggi

Il basco è un cappello di lana coi bordi che si stringono sul capo e il corpo un po’ floscio, portato spesso inclinato di lato. Realizzato solitamente in maglia di lana, oppure in feltro, un materiale ricavato dalla lana pressata, che lo rendeva un accessorio leggero, caldo e resistente all’acqua, il basco oggi lo troviamo in svariati materiali e tessuti per non parlare delle fogge e dei colori!

Piccola curiosità sul feltro: nelle leggende francesi si racconta che il feltro fu inventato da Noè che lo utilizzò per isolare l’arca dal diluvio, ma si racconta anche che nacque grazie ai pastori che infilavano ciuffi di lana nelle scarpe per tenersi al caldo e che finirono per pressarla scoprendo che era resistente e impermeabile.

Proprio per questo la prima versione del basco venne realizzato in questo materiale che inizialmente lo rendeva particolarmente indicato per le persone che svolgevano lavori manuali e all’aria aperta, inclusi i pittori e i ritrattisti, come mostrano anche i numerosi autoritratti del pittore olandese Rembrandt

Autoritratto del pittore olandese Rembrandt mentre indossa un basco

colori storici sono il blu, il verde, il nero e il rosso a cui si sono aggiunti progressivamente anche il bianco e il rosa insieme ai neutri, tra cui il cipria, il cammello e il beige. Nel tempo è stato reso più particolare da scritte, spille o ornamenti di vario tipo ma la base originale è rimasta pressoché la stessa, tranne qualche variante come quella del cappello basco con visiera.

Origini e storia del Basco

Oggi il beret è spesso connesso ad un immaginario stereotipato di una Parigi intrisa di arte e moda, mentre altri lo considerano un tipico copricapo dei Paesi Baschi, e infine c’è che lo associa ad artisti, rivoluzionari e militari.

Beh, come vi dicevo il basco ha avuto una storia variegata e tutte queste associazioni hanno delle radici storiche vere. Nei Paesi Baschi lo chiamano txapela o boneta, in Finlandia baskeri, mentre in Francia viene invece chiamato béret basque (da cui l’inglese beret), parola documentata per la prima volta nel 1835 ma che in realtà risale al latino birretum e da bearnais berret, che indicava un copricapo di lana indossato dai contadini.

Tuttavia un berretto simile al basco era già diffuso nell’antichità e gli archeologi ne hanno trovati di simili nelle tombe dell’Età del bronzo. In particolare, secondo gli storici il basco moderno è l’evoluzione dei due copricapi più diffusi nell’Antica Grecia, il petaso – a larghe falde, di cuoio, feltro e paglia e usato d’estate – e il pileo– conico, di feltro e cuoio, indossato da chi faceva lavori manuali e da cui ne è derivato poi lo zucchetto degli ecclesiastici.

In seguito, dal 400 d.C. invece si diffuse in tutta Europa un copricapo tondo e floscio che fino al Tredicesimo secolo aveva forme e dimensioni variabili ma che manteneva come costante il tessuto, cioè il feltro.

Ed è proprio tra il  XIV e XV secolo che il basco come lo conosciamo oggi si diffuse per necessità nel nord Europa, più precisamente nelle campagne dei Paesi Baschi tra Francia e Spagna per poi essere prodotto industrialmente. In particolare rimase famoso per essere il copricapo tipico dei contadini dei Paesi Baschi, fatto che poi gli dice il nome che conosciamo conta oggi, appunto “basco”.

Per quanto il colore sia oggi un fattore puramente estetico, in passato e specialmente durante i conflitti militari il colore del béret indicava la propria fazione politica di appartenenza. In particolare, fu dalla fine del Settecento che il basco assunse un significato militare e politico:

Venne prima indossato, blu, dai soldati dell’esercito scozzese e poi, rosso, dai ribelli spagnoli carlisti, gruppi controrivoluzionari e cattolici che nell’Ottocento portarono avanti guerre civili per fermare le riforme liberali della regina Isabella II.

In Francia il basco blu venne indossato dagli Alpini mentre dalla Prima guerra mondiale il Royal Tank Regiment, cioè i soldati britannici alla guida dei carri armati, lo portano nero e le forze speciali americane verde, tanto che vengono ancora chiamati Green Berets.

Ernesto Che Guevara

Dagli anni Cinquanta si è diffuso come un copricapo militare ed è indossato in molti eserciti e corpi speciali tra cui Cina, Sri Lanka, Ucraina, Venezuela e anche Italia e ad oggi è indossato sia dai guerriglieri dell’ETA, sia dalle forze di sicurezza basche.

Mentre diventava parte delle divise degli eserciti di mezzo mondo, il basco fu reso un simbolo rivoluzionario dal leader cubano Fidel Castro e da Ernesto Che Guevara, che lo indossava nero e stellato nella celebre foto di Alberto Korda, Guerrillero Heroico.

Ma a rendere popolare il béret in nero furono le Pantere Nere, organizzazione rivoluzionaria degli anni ‘60 che si batteva come un vero esercito per i diritti degli afroamericani; tant’è che Beyoncè lo indossò in loro onore durante lo show dell’intervallo del SuperBowl nel febbraio 2016, rafforzando la sua immagine iconica e aspirazionale coinvolta socialmente nel dibattito per l’uguaglianza sociale. 

Beyoncé al SuperBowl nel febbraio 2016

Nonostante spesso associato ad un’immagine virile e aggressiva, perché indossato da militari e rivoluzionari, all’inizio del ‘900 il basco viene adottato dagli artisti, pittori, cantanti, scrittori, star del cinema e bohémien. Lo portavano abitualmente Ernest Hemingway, Edith Piaf, Lauren Bacall, Marlene Dietriche, Pablo Picasso, Dizzy Gillespie, diventando l’accessorio indispensabile per il loro stile anticonvenzionale e simbolo del mondo dell’arte.

Nel 1920 entra in gran voga in tutta Europa ed è il cappello irrinunciabile delle donne più alla moda, arricchito da ornamenti, fiori, fiocchi e penne ed ebbe un gran ritorno negli anni Sessanta e Settanta grazie alla Nouvelle Vague del cinema francese e ad attrici come Audrey Hepbrun,Brigitte Bardot e Catherine Deneuve che furono tra le prime a portare ad Hollywood il béret, ormai diventato il simbolo del gusto chic e raffinato.

Portato lateralmente, il basco viene però riportato in auge definitivamente dalla bellissima Fayne Dunaway nel film “Bonnie and Clyde” – capolavoro del cinema hollywoodiano del ’67 – che battezzerà il basco come accessorio iconico e rappresentativo di una femminilità potente e amante del pericolo.

Fayne Dunaway nel film “Bonnie and Clyde”

Negli anni Novanta divenne famoso quello indossato da Monica Lewinsky e in quel periodo il berretto basco venne proposto spesso dagli stilisti, in particolare da Thierry Mugler, e indossato da star come Madonna.

Seguirono però anni neri per il basco che perse la sua popolarità a ridosso dei primi anni 2000, tant’è che nel 2002 delle 15 fabbriche e botteghe che esistevano 40 anni prima a Oloron-Sainte-Marie, la città francese in cui veniva perlopiù prodotto, ne era rimasta una sola, la Beatex.

Tuttavia ad oggi il basco ha rifatto la sua entrata trionfale tra gli accessori più amati e più chic di sempre e al suo ritorno hanno contribuito in tanti, in particolare Alessandro Michele, ex direttore creativo di Gucci, che lo ha riscoperto nella collezione autunno/inverno 2016; Karl Lagerfeld nella collezione resort di Chanel e Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior.

Ad oggi sia Kendall Jenner che Beyoncè, passando per Rihanna e Jlo ma soprattutto Cardi B lo hanno scelto per aggiungere un tipico accento ai loro look sui red carpet, per non parlare di personaggi di serie tv come Emily in Paris che sfoggia spesso baschi di vari colori durante la serie:

Emily di Emily in Paris e i suoi iconici look con tanto di basco

Come abbinare il basco in base al tuo stile e ad ogni occasione

Dal gusto vintage e un po’ bohémien, il bello di questo cappello è la sua estrema versatilità che lo rende in grado di adattarsi bene a tutte le tipologie di viso e può essere indossato in differenti modi ottenendo look decisamente diversi.

Inclinato da una parte quindi lateralmente oppure calcato sulla fronte ed infine all’indietro, coprendo la nuca e lasciando libera la fronte. Anche il materiale fa la sua parte, accanto al classico feltro troviamo, tra gli altri: pelle ed ecopelle, cotone, panno, lana cotta, velluto e cachemire.

Inoltre il bello di questo accessorio sta nel fatto che per il basco francese gli abbinamenti sono quasi infiniti. Abiti da sera inclusi (e anzi, si tratta di una combinazione tris chic). Vediamone alcuni insieme:

Basco dello stesso colore dell’outfit per un look impeccabile

Basco e abbigliamento sportivo per un look easy

Basco con abito lungo o corto, non sbagli mai

Con completo giacca e pantalone, dalle fogge più classiche ai colori più vivaci

Abbonato ad un accessorio come la borsa o i guanti, o entrambi!

Per essere tra le prime ad essere informata in esclusiva sul primo modello della collezione, iscriviti alla lista di attesa:

More
articles

AnnaBacciocchi.com di Consilium Consulting di Anna Bacciocchi – C.O.E. SM28674 – Strada Ca’ Balducci, 37/D – 47894 (RSM)

Per offrirti una migliore esperienza questo sito utilizza cookie.

This site is registered on wpml.org as a development site.