Il Turbante: fascino e sensualità di una cultura straniera

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Un tempo riservati ai ricchi e agli opulenti, dalle celebrità come Elizabeth Taylor ai reali del Medio Oriente, negli ultimi decenni i turbanti sono diventati un look davvero popolare che spazia dalle passerelle alle strade.

Negli anni ’20 e ’30, star glamour come Greta Garbo e Joan Crawford portarono questo look a Hollywood rendendolo popolare e accessibile.

Da quel momento infatti “indossare un turbante indicava una donna molto istruita e mondana” – come ha rivelato la storica della moda Caroline Rennolds Millbank al New York Times – “Tornare al turbante è un ritorno al fascino e alla sensualità di una cultura straniera“.

Infatti le origini del turbante sono lontane quanto antiche, ma forse è proprio questo che ci affascina e che ha portato questo accessorio persino alle sfilate di alta moda di Jason Wu e Giorgio Armani e sul capo di moltissime celebrità, da Sarah Jessica Parker a Kourtney Kardashian

La Storia del Turbante

Le origini

Molte mode di cappelli hanno avuto origine da copricapi tradizionali e religiosi e sono state influenzate da culture internazionali e stili esotici. Il turbante è un esempio lampante di questa influenza.

Ma partiamo da cosa è esattamente un turbate; si tratta infatti di una lunga sciarpa, che viene arrotolata intorno alla testa in svariati modi ottenendo forme differenti.

Per identificare il turbante viene utilizzato anche il termine persiano “Sarband”, mentre nella cultura egiziana veniva chiamato “Pajar”.

Le origini del turbante sono in realtà molto incerte, fu documentato per la prima volta in Mesopotamia prima dell’avvento del cristianesimo e a quel tempo era indossato principalmente dagli uomini, e questo in realtà è ancora il caso in molte culture e fedi. Nel Sikhismo, ad esempio, gli uomini battezzati si coprono la testa con turbanti chiamati “Dastars“.

Infatti il turbante per i Sikh è il più importante simbolo visibile della propria appartenenza religiosa visto che il Sikhismo prevede, fra le sue regole, che non si possano tagliare né i capelli né i peli del corpo e quindi i Sikh, fin da bambini, tengono i loro lunghi capelli all’interno del turbante.

Ripercorrendo le origini del turbante in realtà è stato scoperto che, in passato, veniva indossato non solo da musulmani, indù, ma anche da ebrei e cristiani.

Infatti, l’uso dei turbanti si estendeva in tutta l’India, il Medio Oriente, l’Europa e l’Africa, proteggendo le persone dal sole, pioggia o freddo. Addirittura in alcune culture, solo i credenti avevano il privilegio di indossarne uno, mentre in altre veniva ordinato ai non credenti di assumere turbanti di colori diversi, in modo che potessero essere riconosciuti. Inoltre il grande studioso della moda Dr G.S. Gurya sostiene che anche le donne indiane portavano il turbante con uno stile diverso rispetto a quello degli uomini.

Nella Bibbia si fa spesso riferimento a questo capo, e si stima che nel 1300 a.C. le persone usassero il turbante, mentre in Cina il turbante veniva usato già da prima; ad esempio viene ricordata una particolare protesta del 184 a.C. nella quale i cinesi manifestarono il proprio dissenso indossando turbanti gialli che dimostravano anche la loro unione.

Nella religione Islamica al turbante viene dato un enorme valore, non per niente, secondo alcuni versi del Corano, i musulmani devono portare il turbante e addirittura si dice che anche gli angeli lo indossassero; oltre ad essere considerato un elemento che dona bellezza al viso.

Dovunque nella cultura musulmana è ampiamente presente e fa parte in maniera radicata dell’abbigliamento e della cultura; tant’è che lo stesso Maometto ha scritto manoscritti a questo proposito e secondo il Dr.Tarlochan Singh i turchi consideravano Maometto un santo proprio perché commerciava turbanti.

Inoltre il turbante è diventato un simbolo imperiale, testimonianza di grandezza: Il Re della Turchia lo indossava adornato di tre piume accompagnate da preziosi diamanti, mentre i ministri reali potevano adornarlo con massimo due piume, e gli altri ufficiali solo con una.

L’arrivo in Europa

In Europa copricapi come il turbante erano conosciuti sin dall’arrivo dei Turchi e dall’incremento sempre maggiore di scambi commerciali con questi ultimi e con l’India, ovvero all’incirca intorno al XIII secolo D.C, ma non erano così comuni tra gli uomini, quanto invece si diffuse maggiormente l’uso tra le donne che lo consideravano un capo di alta moda, di norma adornato con gioielli.

Anche i pittori europei se ne sono occupati ampiamente, forse per il fascino che questo accessorio a esercitato da secoli:

Prendiamo ad esempio il dipinto di Jan Van Eyck “Uomo con il Turbante”, realizzato nel 1442 e oggi famoso in tutto il mondo, per continuare poi, nel XVII, con artisti come Micheal Stewart che dipinse “Un ragazzo con il turbante” (1655-1656); Gordon Renny con l’opera “Sevilla”(1635-1636) e Ban Bleat con il dipinto dal nome “The arch”, tutte opere contraddistinte da personaggi adornati da un turbante.

Per citare infine il quadro che sicuramente tutti conosciamo, ovvero “La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Veermer, il cui nome originale è proprio “Ragazza col turbante”. Da notare che finalmente è proprio una donna che viene ritratta con questo copricapo…

Turbanti per le donne

Per veder apparire questo accessorio come vero e proprio protagonista della moda femminile, dovremo aspettare ancora un po’. Infatti solo alla fine del 1700, la regina Maria Antonietta iniziò a indossare i turbanti e la sua leggendaria influenza sartoriale portò alla loro crescente popolarità in Europa.

Nello stesso periodo l’ossessione per il turbante si diffuse anche in Inghilterra, nel periodo della Reggenza, quando divenne un vero e proprio feticcio della nobiltà che non si fece troppi problemi ad adornarlo con decorazioni varie come piume, velette e perle distanziandosi parecchio dall’idea originale del turbante.

Ma è agli inizi del Novecento che si diffonde in Europa un’interesse e un gusto esotico che mette l’accendo sul turbante: è proprio in questo periodo che Paul Poiret, oltre a rivoluzionare il guardaroba femminile togliendo il busto e riportando l’abbigliamento della donna ad una forma più comoda, riforma la moda introducendo il gusto per l’esotico che lo ha reso celebre con l’utilizzo in occidente di kaffettani e kimono, tuniche, calzoni alla turca e, sopratutto, turbanti.

Poiret ne adornò il capo delle sue modelle e delle sue fedelissime clienti, impreziosendolo con piume, perle e pizzi. D’altro canto, le influenze estetiche dei paesi lontani non erano casuali, dal momento che nel 1909 si esibirono per la prima volta a Parigi i Balletts Russes: gli allestimenti e i costumi di Sherazade o di Le Dieu Blue ispirarono non solo Poiret, ma l’arte, la moda, la vita dei parigini e degli europei.

Lo stile del turbante aveva però anche un aspetto pratico per la vita quotidiana. Sopratutto durante la guerra le donne svolgevano più lavori fisici e l’accesso ai tessuti era limitato perciò questo copricapo si rivelò davvero utile.

Consideriamo infatti che il turbante era davvero facile da indossare, aderente e per questo adatto per le attività faticose e facile da riporre e trasportare. Inoltre realizzarne uno richiedeva competenze di cucito minime e solo una piccola quantità di materiale.

In questo periodo vennero anche pubblicati i primi modelli in modo che la donna di tutti i giorni potesse realizzare i propri turbanti per nascondere i propri capelli quando l’accesso al parrucchiere e allo shampoo erano risorse estremamente limitate.

L’ascesa ad accessorio immancabile e favoloso

Come abbiamo detto poc’anzi, il turbante in realtà è semplicemente un copricapo di stoffa che viene avvolto attorno alla testa e può essere realizzato con qualsiasi tipo di tessuto e può essere decorato con bordini e piume per aggiungere eleganza o creare un look esotico e glamour. Ma come si poteva immaginare che un qualcosa di così semplice potesse raggiungere i vertici della raffinatezza e della sensualità.

In particolare, i turbanti hanno preso il sopravvento negli anni ’20, ’30 e ’40, quando celebrità come Greta Garbo e Grace Kelly hanno mostrato al mondo quanto potessero essere favolosi questi copricapi avvolti.

Per la precisione è stata la modista americana Lilly Daché a rendere glamour il turbante nella cultura popolare, dacché era una modista delle star e realizzava turbanti per celebrità come Heady Lamar, Gloria Swanson e Carmen Miranda. Uno dei suoi famosi turbanti fu persino incluso nella World’s Fair Time Capsule del 1939.

Anche la modista francese Madame Paulette (Pauline Adam de la Bruyère) è accreditata tra le prime modiste ad aver fatto rivivere il turbante e affermò di essere stata ispirata dai disegni che vide sulle ragazze francesi che pedalavano per le strade di Parigi durante la guerra. In particolare Paulette disegnò e realizzo le sue opere per Gloria Swanson, Marlene Dietrich e Greta Garbo, così come per le case di moda Chanel e Ungaro.

Così che, per tutta la metà del secolo scorso, i turbanti rimasero molto di tendenza e spesso apparvero nelle pubblicazioni di moda. Questa foto di Donald Silverstein di tre modelle che indossano turbanti, ad esempio, fece la copertina di British Vogue nell’ottobre del 1956.

Il turbante fece molte apparizioni anche nei film dell’epoca. Gloria Swanson è stata particolarmente memorabile nel suo turbante nei panni della disperata diva del cinema muto in Sunset Boulevard (1950) mentre Lana Turner ne indossò uno in Il postino suona sempre due volte (1946).

Elizabeth Taylor divenne famosa per i suoi turbanti negli anni ’60, infatti ne indossava molti esempi scintillanti, inclusi alcuni modelli sbalorditivi di Tiziani di Roma.

Nel film Boom! del 1968, designer come Biba e Halston contribuirono anche a rendere popolare lo stile sia per i socialite che per gli hippy fino ad arrivare agli anni ’70, quando le donne iniziarono ad indossare i turbanti con i capelli che scorrevano sotto. Barbara Streisand ne ha indossato una versione dark e sofisticata alla première di The Way We Were.

Insomma il Novecento è stato un treno fertile per il fiorire del turbante nella moda femminile sotto diverse forme, stili e colori, da quelli coloratissimi di Carmen Miranda, all’eleganza senza tempo con cui li indossava Grace Kelly, alla sensualità conturbante di Sofia Loren.

Il Turbante Oggi

Il turbante però non sembra aver conosciuto ancora un periodo buio visto che tutt’oggi viene indossato da star come Sarah Jessica Parker (e non solo, ma anche dal suo personaggio più famoso, la fashionista newyorkese Carrie Bradshaw che ne indossa uno nel film del 2010, Sex and the City 2), ma anche Salma Hayek e Jennifer Lopez che ne indossava uno grigio scintillante agli MTV Movie Awards del 2006 e Kate Moss che ne indossa uno dorato metallizzato, disegnato di Stephen Jones per Marc Jacobs, al Met Gala 2009.

Credo sia incredibile come il turbante sia rimasto rilevante attraverso i secoli della moda femminile e come si sia evoluto per incontrare i gusti sempre in movimento delle varie generazioni, incontrandone molto spesso il consenso e rimanendo un’icona di stile come copricapo elegante e classico.

Perciò non ti rimane che provarlo e interpretarlo a tuo modo così che possa adattarsi al tuo stile, qualunque esso sia!

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