Esistono davvero un’infinità di forme, colori, decorazioni per quanto riguarda i cappelli, ma ognuno nel tempo ha definito le proprie caratteristiche e la propria personalità, ogni modello ha segnato epoche diverse ed è stato un fedele accessorio di umani e donne che hanno fatto la storia.
Perciò oggi sono qui per mettere un po’ di chiarezza in questo marasma che spesso vede confondere modelli di cappelli ben diversi, così da creare una piccola enciclopedia completa ma facilmente fruibile.
Direi quindi di comunicare con il più iconico dei cappelli, il più amato e il più confuso dai non addetti ai lavori..
Fedora
Il Fedora è diventato ai giorni nostri così famoso da diventare il nome di cappello per antonomasia.
Non è raro infatti sentire persone che chiamano ogni tipo di cappello con il nome Fedora.
Ma la verità è che il Fedora è un modello di cappello con delle sue caratteristiche ben precise: ha una falda (o tesa) larga e morbida che può essere piegata di lato o in giù ed è tradizionalmente realizzato in feltro di lana, ma ad oggi è possibile trovarlo anche in altri materiali.
La corona invece presenta due “pinzature” nella parte anteriore che lo rendono molto pratico da afferrare con e mani.
Bombetta
A causa della sua lunga storia che parte dal 1849 e arriva fino ad oggi, la Bombetta, o Bowler Hat in inglese, è un modello con diverse varianti, ma generalmente si tratta di un cappello rigido dalla forma rotonda e bombata e dalla tesa corta e ricurva originariamente composto da filtro in pelo, ma ad oggi realizzato anche con feltro in lana e in poliestere.
A proposito di altre varianti, la bombetta può giocare sull’altezza della corona, così sono nati modelli più alti e allungati insieme a modelli più rotondi e schiacciati (come quello che vedi in foto sulla sinistra) considerati più femminili e romantici.
Cilindro
Il Cilindro, o Top Hat in inglese, è un modello di cappello che si sviluppa principalmente in verticale dove la parte superiore risulta uniformemente piatta, con una tesa non troppo ampia e arricciata in su.
Tipicamente la linea del cilindro non è perfettamente dritta ma è deformata, con la parte centrale più stretta rispetto alle estremità.
In un primo momento i cilindri venivano fabbricati impiegando il feltro, specialmente quello ricavato dalla pelliccia di castoro, mentre in seguito è stata largamente utilizzata la seta, dandogli un tono satinato e luminoso.
Tipico dell’abbigliamento dal XIX fino alla prima parte del XX secolo, il cilindro è da sempre utilizzato e riconosciuto nella storia come cappello utilizzato in contesti formali dagli uomini in abbinamento al tight o al frac.
Una versione molto popolare del cilindro, specialmente negli Stati Uniti nel XIX secolo, è lo stovepipe hat, una variante più rialzata resa popolare da Abraham Lincoln durante la sua presidenza.
Questo tipo di cilindro è completamente dritto, ovvero non c’è differenza nella circonferenza tra la parte centrale e le estremità.
Ovviamente si può sempre giocare con l’altezza, ecco infatti che è possibile trovare anche cilindri leggermente più bassi e femminili, ancora oggi utilizzati soprattutto in ambito equestre.
Basco
Il basco è un cappello di lana coi bordi che si stringono sul capo e il corpo un po’ floscio, portato spesso inclinato di lato. Realizzato solitamente in maglia di lana, oppure in feltro, un materiale ricavato dalla lana pressata, che lo rendeva un accessorio leggero, caldo e resistente all’acqua, il basco oggi lo troviamo in svariati materiali e tessuti per non parlare delle fogge e dei colori!
Bucket Hat
Il Bucket Hat, detto anche Cappello da Pescatore, proprio perché letteralmente dall’inglese significa “cappello a secchio”, in riferimento al secchio utilizzato per la pesca. Questo perché la sua forma ricorda proprio quella di un secchio rovesciato, dalla tesa spiovente e non troppo ampia.
Si tratta di un modello tendenzialmente realizzato in tessuto che ha avuto la sua massima popolarità negli anni 90′ indossato da star del rap che lo hanno reso un’icona di quegli anni.
Oggi il Bucket Hat è ancora molto in voga e si trova in diverse forgie, dalla più sportiva in tessuto o denim, alle più estrose in pelo e infine si può trovare anche in paglia per i caldi mesi estivi se non vuoi rinunciare ad un accessorio chic e pratico.
Paglietta
La Paglietta, o Magiostrina, è un modello di cappello tipicamente in paglia, tendenzialmente rigido.
La sua forma è caratterizzata da una tesa (per intenderci la parte del cappello che ci copre tal sole) circolare piatta e non molto ampia.
Mentre le testa, o corona (la parte che accomoda la testa appunto), è anch’essa circolare, o meglio ovale per seguire meglio la forma anatomica della testa e piatta nella parte superiore.
A differenza del Fedora che presenta due pinzature nella parte anteriore, la Paglietta sale dritta.
Cloche
Simbolo dei ruggenti anni 20′, oggetto iconico indossato dalle donne più alla moda dell’epoca e portato rigorosamente con tagli di capelli corti e netti, la Cloche ancora oggi è un modello di cappello dal fascino retrò e misterioso
Il nome Cloche dal francese significa letteralmente “campana”, proprio perché la sua forma vuole ricreare una sorta di campana che avvolge la testa. In origine la Cloche veniva realizzata in lana cotta e risultava abbastanza rigida per poi, con il tempo, subire diverse variazioni nei materiali, nelle decorazioni e soprattutto nella forma della tesa che poteva essere più arricciata e modellabile così da poter coprire porcini diversi del volto e conferire un maggiore alone di mistero alle donne che lo indossano.
Trilby
Il Trilby è un modello di cappello che spesso e volentieri viene confuso con il suo fratello maggiore, il Fedora. E a buona ragione vengono confusi proprio perché hanno delle caratteristiche molto simili.
Infatti la testa del Trilby e del Fedora è praticamente identica, caratterizzata dalle due pinzature nella parte anteriore e dalla tipica forma a goccia che puoi notare sulla sommità del cappello.
A renderli due modelli diversi è quindi la tesa: infatti il Trilby si distingue per una tesa molto ridotta rispetto al Fedora, tant’è che la London hat company Lock and Co. descrive il cappello Trilby come un “copricapo dalla falda corta”, caratterizzata anche dal fatto che si presenta inclinata verso il basso nella parte anteriore, e leggermente alzata sul retro (mentre nel Fedora la tesa è più piatta). Il Trilby ha anche una corona leggermente più bassa, quindi risulta più schiacciato rispetto al tipico design dei Fedora.
Lobbia
La Lobbia, anche conosciuta con il nome inglese Homburg, fu il simbolo di eleganza maschile nel 900′, preferito alla bombetta da molti personaggi di spicco, tra cui il Primo Ministro del Regno Unito Winston Churchill.
Si tratta di un cappello che nasce e che ancora oggi si trova prevalentemente realizzato in feltro, e nel tempo ha mantenuto la sua forma iconica caratterizzata da un affossamento che attraversa tutta la parte superiore della corona, dalla parte posteriore a quella anteriore del cappello. In poche parole se guardate la Lobbia dall’altro assomiglia alla forma di un chicco di caffè.
Mentre invece la tesa risulta mediamente larga ma soprattutto con l’orlo arricciato verso l’alto.
l nome italiano deriva da quello del deputato Cristiano Lobbia che nel 1869 fu vittima di un’aggressione in cui venne colpito in testa cosa che fece infossare il suo cappello. Così un cappellaio dell’epoca approfittò della pubblicità suscitata dalla vicenda per mettere in vendita cappelli “alla Lobbia”.
Pork-Pie Hat
Il Pork-Pie Hat nacque a metà dell‘800 come copricapo femminile per poi diventare nelle prime decadi del 900 parte integrante della moda maschile.
Questo cappello si distingue per la sua testa o cupola molto bassa e tonda ma non perfettamente piatta (come nel caso della paglietta) ma piuttosto simile ad una torta da cui, vista la somiglianza, prende il proprio nome; la tesa invece risulta molto corta e arricciata in alto.
Panama
Il Panama in realtà è l’unico modello di cappello che non è caratterizzato tanto da una forma ma dal materiale con cui viene prodotto; infatti il Panama è un cappello di paglia leggera e finissima dalle colorazioni bianche candidate e per realizzarlo gli artigiani ecuadoriani impiegano settimane (se non mesi!) di lavoro per intrecciare a mano questi cappelli con fibre della pianta di Carludovica Palmata, nota anche come “paja toquilla“.
Infatti, contrariamente a quanto si possa immaginare, il Panama viene prodotto in Ecuador, ma prende il suo nome dalla città di Panama in concomitanza di un evento mediatico che coinvolse il presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt, il quale indossò questo cappello durante l‘inaugurazione del Canale di Panama nel 1906.
Cappello da Cowboy
Boss of the Plains
Non tutti sanno che il primo cappello indossato dai cowboy non era quello che conosciamo oggi, ma ci sono state diverse evoluzioni e ancora oggi la sua origine e il suo sviluppo come modello non è ben definito.
Ad esempio i coloni europei che giungevano negli Stati Uniti originariamente non avevano copricapi specifici e indossavano molti stili diversi già in voga in Europa come il cilindro, la bombetta, oppure resti di copricapi della Guerra Civile. Perciò, contrariamente a ciò che verrebbe da pensare, era la bombetta e non il cappello da cowboy a essere il più popolare nel West americano, almeno nei primi tempi.
Il primo e iconico cappello da cowboy venne inventato da John Stetson nel 1865 con il come di Boss of the Plains (in italiano Capo delle pianure). Questo modello è caratterizzato da una corona tonda e da una tesa piatta mediamente ampia talvolta con gli orli arrotondati verso l’alto; si tratta di cappelli leggeri e pratici che inizialmente venivano prodotti in tonalità di colore naturali, mentre oggi si possono trovare in diverse foggie e decorazioni.
Il moderno cappello da cowboy

Il moderno cappello da cowboy si sviluppa in diverse forme, sicuramente il più iconico rimane quello dalla tesa arricciata verso l’alto ai lati, caratteristica non tanto estetica quanto pratica perché, pur fornendo meno protezione dal sole, le tese risvoltate impediscono al cappello di essere facilmente abbattuto durante l’uso del lazo.
In generale la forma della corona e della tesa del cappello venivano spesso modificate da chi lo indossava sia per motivi di moda che per proteggersi dalle intemperie. Il cappello infatti veniva facilmente ammorbidito con vapore caldo, modellato e lasciato asciugare e proprio a causa di questa facilità di personalizzazione i cappelli assumevano un carattere distintivo dei cowboy appartenenti allo stesso ranch. In poche parole era possibile capire da dove provenisse un cappello da cowboy semplicemente osservando la piega della corona!
Bolero
Il Bolero è un cappello di origine spagnola il cui nome deriva dal sostantivo spagnolo che indica il ballerino di bolero, la musica, la danza, la giacchetta corta e, appunto, il cappello. In italiano abbiamo acquisito il termine e quasi tutti i suoi significati spagnoli.
Nel caso del cappello, il Bolero è un modello realizzato in feltro dalla tesa piatta e ampia e dalla corona piatta e ovale che sale verticale, senza pinzature o rientranze come il Fedora.
Pamela
Se non c’è lei, non è estate, sto parlando del modello Pamela, l’emblema del cappello di paglia ideale per coprire il viso dai raggi del sole e per trascorrere un’estate davvero chic.
La Pamela infatti si distingue principalmente come modello in paglia dalla corona stondata e dalla tesa abbastanza ampia e spesso floscia così da proteggere perfettamente il viso dal sole ma anche perfetta per traferire quell’effetto misterioso “vedo-non-vedo“. La tesa non ha un’ampiezza predefinita, tant’è che esistono versioni dalle tese esagerate ma da vera diva del cinema!
Baseball Cap
Cappello sportivo e casual per eccellenza il Baseball Cappello, o Berretto da Baseball in italiano, è un modello di cappello solitamente realizzato in tessuto e dotato di una visiera rigida, ricurva o piatta, nella parte anteriore. Inoltre nella parte posteriore è spesso possibile trovare una striscia di veltro in grado di adattare la misura del cappello alla testa di chi lo indossa.
Si tratta quindi di un cappello indubbiamente pratico che nasce nel 1860, quando la squadra dei Brooklyn Excelsiors indossa per la prima volta l’antenato del moderno berretto da baseball arrotondato.
Questo cappello infatti nasce proprio per proteggere gli occhi del giocatore dal sole con la sua visiera, fino a diventare un’icona della moda casual, soprattutto nell’ambito della cultura hip hop, e oggi indossato anche con disinvoltura per sfoggiare outfit sporty-chic dall’aspetto effortless e d’effetto.
Colbacco
Il Colbacco, chiamato in russo ušanka (ушанка), è un copricapo la cui origine si perde nei secoli. Infatti proviene dal malakai mongolo, un berretto a forma di cono tagliato da una pelle di montone: i suoi ampi risvolti proteggevano i volti e le guance dei guerrieri dalla bufera di neve. Oggi è caratteristico dei popoli russi, armeni, turchi e afghani ed è stato adottato anche da alcuni eserciti europei tra i quali quello francese.
Ancora oggi il Colbacco è generalmente rivestito di pelliccia, non per niente il nome italiano colbacco deriva dal francese colback il quale a sua volta deriva dal turco kalpak (copricapo di pelliccia), e si caratterizza per la sua forma a cilindro o tronco di cono; si tratta prevalentemente di un copricapo ad uso militare che è entrato anche a far parte del mondo della moda come accessorio caldo e chic per i freddi mesi invernali.
Beanie
Morbido, accogliente, calduccio e sempre alla moda per l’inverno è il berretto Beanie, anche detto alla pescatora, è un cappello fatto a maglia, senza tesa o visiera, che porta questo nome dall’inglese proprio per la sua forma. Infatti Beanie significa letteralmente “fagiolino” proprie perché la chiusura in alto assomiglia un po’ ad un fagiolo.
Tuttavia ci sono altre teorie, per esempio l’Oxford English Dictionary ci dice che viene dallo slang “Bean” usato per definire la testa. E anche in italiano abbiamo diversi nomi con cui chiamarlo: cuffia, berretto, e anche “zuccotto”, proprio perché anche nel nostro caso, questo cappello ci rassomiglia la forma di una zucca, piuttosto che quella di un fagiolo.
Pillbox Hat
Quando pensiamo a questo cappello, non possiamo non pensare anche alla donna che ha legato la sua immagine e il suo stile ad esso: Jackie Kennedy.
Jackie Kennedy era innamorata del Pillbox Hat, o cappello a tamburello, un accessorio discreto ma di una raffinatezza ed eleganza sublimi che la First Lady indossava per ogni occasione, abbinato a diversi tailleur.
Il Pillbox nasce come un cappello dalla forma cilindrica molto bassa che può coprire con la sua circonferenza tutta la testa oppure una porzione più piccola, in questo caso necessita di essere fermato ai capelli con delle forcine per evitare che cada.
Ad oggi, l’uso del Pillbox hat è molto limitato, spesso lo vediamo indossato dai reali britannici o comunque in occasioni ufficiali proprio per il suo carattere estremamente formale e bon ton.
Coppola o Flat Cap
La coppola, considerata uno dei simboli della Sicilia, in realtà ha origini ben lontane. Addirittura se ne parla nel lontano medioevo.
Infatti la sua provenienza d’origine è anglosassone e in Inghilterra veniva chiamato “berretto piatto”, appunto flat cap; copricapo che si diffuse, dalle classi borghesi, a tutti i cittadini inglesi allo scopo di proteggere il capo dal freddo. Originariamente era in tweed ed era utilizzato soprattutto in occasioni sportive come le battute di caccia.
Successivamente si diffuse anche in cotone per l’estate e si usò in maniera disinvolta per ogni occasione, sia per svago che per lavoro, rendendolo un copricapo universale.
Quando, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, diverse famiglie inglesi migrarono nel sud Italia, alla ricerca di occasioni e di buoni affari, il flat cap si diffuse in Sardegna con il nome di berritta e in Sicilia con quello di coppola.
Bakerboy Hat
Il Bakerboy Hat è la perfetta via di mezzo tra il basco e la coppola, infatti si distingue da questi due per la sua forma semi-morbida e piena della calotta che dona un effetto a sbuffo e per la piccola visiera sporgente. Questo cappello era tradizionalmente indossato dagli uomini della classe operaia, il suo taglio è decisamente maschile ma in passato le grandi icone come Brigitte Bardot e Jane Birkin lo hanno reso chic e intrigante anche per la donna.
Newsboy cap
In perfetto stile Peaky Blinders, il Newsboy Cap è un berretto molto simile alla coppola ma si differenzia per avere una cupola più floscia.
Un modello che ci catapulta in una megalopoli caotica e in pieno sviluppo industriale alla fine dell’800 come potevano essere Londra o New York e che infatti prende il nome da chi lo utilizzava, ovvero i ragazzini – detti anche strilloni – che vendevano i giornali per la strada e che svolgevano questo lavoro perché poveri o per guadagnarsi qualche soldo dopo la scuola.
Turbante
La storia del Turbante ha origine in Oriente, infatti il suo nome esotico proviene dal persiano دولبند ( dūlband ) o دلبند ( dulband ), che in turco diventa tülbent.
In Occidente il Turbante ha avuto diversi momenti di gloria e di grande utilizzo, ad esempio durante i ruggenti anni ’20 del Novecento quando divenne una moda ampiamente diffusa grazie all’intuito del grande stilista francese Paul Poiret (1879-1944) detto appunto “il sultano della moda”.
Fu anche molto in voga negli anni ’50 e ’60 grazie alla diffusione di uno stile orientalista accolto da molte dive e celebrità come Sofia Loren e Grace Kelly.
